Filly di Somma
In una calda sera di fine agosto, a casa di amici, a Parigi, durante una cena, la tv è accesa e viene trasmesso un programma, da allora non ho mai più smesso di guardarlo!
Il programma di Antoine de Maximy, “J’irai dormir chez vous”, è uno dei format più originali mai realizzati nel mondo del documentario di viaggio. L’idea è semplice solo in apparenza: Antoine parte da solo, senza troupe, senza itinerari rigidi, con una camicia rossa ormai iconica e un sistema di telecamere fissate al busto e sulla spalla. Il suo obiettivo? Farsi invitare a dormire da qualcuno incontrato durante il viaggio. Non ci sono prenotazioni, né contatti preparati in anticipo. Antoine arriva in un paese, accende la sua telecamera e comincia a parlare con le persone. È un viaggio fondato sulla spontaneità e sulla fiducia nell’altro. La magia del programma nasce proprio da questa totale apertura al caso: ogni episodio è imprevedibile, guidato da incontri autentici e improvvisati. Il programma non è un reportage sui monumenti o sulle attrazioni turistiche, ma sui volti, le cucine, i salotti, le conversazioni. Entrare nelle case significa entrare nelle vite, e Antoine ha una capacità rara di mettere le persone a proprio agio: ride di sé, non giudica, ascolta davvero. In cambio, riceve racconti intimi, piccoli pezzi di quotidianità, gesti di generosità o diffidenza che diventano parte della narrazione. Ogni puntata è una finestra sulla normalità altrui – a volte buffa, a volte commovente, a volte persino un po’ pericolosa – ma sempre profondamente umana. Per dare allo spettatore la sensazione di essere “dentro” l’incontro, de Maximy ha sviluppato un sistema di ripresa molto particolare: viaggia completamente solo, ma con telecamere che registrano continuamente ciò che vede e ciò che vive. Lo stile è crudo, diretto, senza fronzoli. Non ci sono voice-over poetici o regie sofisticate: il ritmo nasce dalla realtà stessa. Un viaggio che parla anche di noi. “J’irai dormir chez vous” non è solo un programma di avventura. È una riflessione sul modo in cui le persone si incontrano, si avvicinano, si fidano. In ogni episodio risuona una domanda semplice e universale: Che cosa succede quando due sconosciuti si aprono l’uno all’altro? A volte Antoine trova una camera accogliente, altre volte un rifiuto secco, altre ancora situazioni improbabili che diventano aneddoti irresistibili. Ma proprio questa incertezza è la chiave del fascino della serie. Antoine de Maximy entra in scena come entra nelle case del mondo: senza bussare troppo forte, con il passo leggero di chi è abituato a lasciare che le storie gli vengano incontro. La sua camicia rossa, quella che ormai è diventata un manifesto ambulante di curiosità e vagabondaggio, spicca nel buio del teatro come un faro domestico, familiare. Ci si accorge subito che il palco, per lui, non è così diverso da un salotto improvvisato in Mongolia o da una cucina peruviana piena di voci: è solo un altro modo di avvicinarsi agli altri.

Adesso Antoine de Maximy arriva anche a teatro!
Il suo spettacolo, “J’irai dormir sur scène”, è più di un racconto di viaggio. È un incontro. Antoine ha sempre fatto del contatto umano il vero centro delle sue peregrinazioni, e qui lo porta all’estremo: invece di cercare ospitalità nelle case degli sconosciuti, apre in qualche modo la propria casa interiore a chi lo ascolta. Con la sua voce calma, un po’ roca di venti e strade, ricostruisce episodi incredibili: notti passate in luoghi improbabili, conversazioni che all’inizio sembravano impossibili, imprevisti trasformati in memorie preziose. Sul palco scorre una mappa fatta di volti. Ogni aneddoto è un continente, ogni risata un tragitto. Mentre le immagini dei suoi viaggi appaiono sullo schermo, non abbiamo l’impressione di assistere a una proiezione, ma di essere noi stessi seduti nella jeep, o sul pavimento di una casa ospitale, o ai bordi di una strada polverosa. È questa la magia di de Maximy: racconta in un modo che subito ci coinvolge, ci trascina con sé, ci ricorda che il mondo non è un luogo lontano ma una somma di incontri possibili. E c’è, in tutto questo, una tenerezza rara. Antoine non si dà arie da grande avventuriero; anzi, si diverte a mostrare le sue gaffe, le sue paure, le soluzioni tecniche un po’ artigianali che gli hanno permesso di filmare da solo. Ride di sé, e così ci invita a ridere con lui, come si farebbe dopo cena, tra amici. È un modo semplice e disarmante di abbattere il muro tra palco e platea. Alla fine dello spettacolo, ci si rende conto che il titolo è una promessa mantenuta: Antoine de Maximy, stavolta, è venuto a dormire da noi, nel nostro immaginario, nella nostra voglia di scoprire il mondo. E noi, spettatori diventati ospiti, lo accogliamo volentieri. Perché ascoltarlo non è solo seguire le sue avventure: è ricordare che la curiosità è un modo di essere vivi.Lo spettacolo ANTOINE DE MAXIMY ” J’IRAI DORMIR SUR SCENE” sarà a Parigi il 16 dicembre 2025 alle 21:15 al Teatro “Le Grand Point Virgule”
