“Back to Life”: il respiro ritrovato di Giovanni Allevi

Filly di Somma

Il mieloma multiplo ha colpito Giovanni Allevi in un momento in cui la sua vita era tutta dedita alla musica e alla creatività. La malattia ha imposto una battaglia quotidiana fatta di ospedali, terapie pesanti e momenti di grande fragilità fisica. Per chi vive di note e di dita sui tasti del pianoforte, il rischio di perdere la forza, la sensibilità e la precisione nelle mani è un pensiero costante: un ostacolo concreto e spaventoso per un artista.

Eppure, proprio da questa esperienza è nata una forma di rinascita. Durante i periodi di degenza e di convalescenza, Allevi ha trasformato il dolore e la paura in musica. È in questo contesto che ha ideato il Concerto “MM22”, un’opera nata dalle lettere della malattia (“MM” come iniziali del mieloma multiplo) e costruita come un ponte tra sofferenza e bellezza. Ogni nota diventa allora simbolo di resilienza, ogni melodia un racconto di speranza: la musica non è solo espressione artistica, ma terapia, catarsi e testimonianza di vita.

Il docufilm Back to Life racconta proprio questo: come un’esperienza dolorosa possa trasformarsi in un atto creativo e universale. Le immagini del film, tra ospedale, prove e concerti, mostrano Allevi non solo come musicista, ma come uomo che ha saputo far convivere fragilità e forza, paura e coraggio, dolore e poesia.

In sintesi, il mieloma multiplo non ha fermato Allevi: lo ha costretto a guardarsi dentro, a confrontarsi con i limiti della vita, e a trasformare quella prova in arte che parla al cuore di chiunque l’ascolti.

C’è un attimo sospeso, prima che la prima nota si levi nell’aria: un silenzio che contiene il mondo intero, la fragilità e la forza, la paura e la speranza. È in quel silenzio che “Allevi – Back to Life” apre il sipario, oggi nelle sale italiane, invitando lo spettatore a un viaggio delicato e intenso nel cuore di un uomo che ha saputo trasformare il dolore in luce.

Giovanni Allevi non è soltanto un musicista. È un tessitore di emozioni, un poeta delle note, un uomo che ha camminato sull’orlo dell’abisso e ha scelto di restare. La malattia lo ha messo di fronte al limite estremo, eppure, dal buio più profondo, è nata la sua rinascita. Come un alchimista, ha trasformato la paura in musica: dalle lettere della malattia ha creato “MM22”, un concerto per violoncello e orchestra che è diario, confessione e canto della vita.

Il regista Simone Valentini accompagna lo spettatore in questo percorso con delicatezza quasi materna: ci mostra le prove dell’orchestra, le stanze d’ospedale, i momenti di introspezione e le pause di silenzio in cui il cuore sembra parlare più forte della voce. Allevi ci invita a entrare nella sua quotidianità sospesa tra dolore e bellezza, e lo fa senza artifici, con la verità nuda e luminosa della sua esperienza.

Quando le prime note di “MM22” riempiono la sala, si percepisce qualcosa di straordinario: la musica non è solo suono, ma respiro, palpito, vibrazione dell’anima. È un linguaggio universale, che trasforma il percorso di un singolo in esperienza collettiva, un invito a sentire la fragilità come forza e la sofferenza come apertura alla bellezza.

Il pubblico, alle anteprime, non ha potuto fare a meno di alzarsi in piedi: standing ovation per l’artista, certo, ma anche per l’uomo che ha osato condividere le proprie cicatrici e trasformarle in poesia. Non era solo un applauso: era un abbraccio silenzioso, un riconoscimento del coraggio di vivere, amare e creare nonostante tutto.

“Back to Life” non è un semplice docufilm: è un canto di resilienza, un inno alla vita che rinasce dalle ombre, un racconto di speranza che resta inciso nell’anima come una melodia che non si dimentica. Giovanni Allevi ci insegna, con ogni nota e ogni silenzio, che anche quando il mondo sembra spezzato, la vita può ricominciare. E lo fa con una dolcezza che ha il ritmo di un battito, la delicatezza di una carezza, e la potenza di un cuore che sa ancora cantare.

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