Filly di Somma
Nicolas Sarkozy è tornato a casa. Dopo meno di tre settimane trascorse nel carcere di La Santé, l’ex presidente francese ha ottenuto la libertà vigilata in attesa dell’appello contro la condanna a cinque anni per finanziamento illecito della campagna del 2007. È un ritorno fisico, certo, ma anche simbolico: quello di un uomo che da oltre un decennio divide la Francia tra chi lo considera un riformatore tradito dalla giustizia e chi lo vede come il volto più spregiudicato del potere politico.
La decisione della Corte d’appello di Parigi non cancella la condanna pronunciata a settembre, ma ne sospende l’esecuzione. Per la legge francese, Sarkozy resta un imputato, non un colpevole definitivo. Tuttavia, il fatto stesso che un ex presidente della Repubblica abbia varcato le porte di un carcere rappresenta un evento senza precedenti nella Quinta Repubblica — e un colpo simbolico durissimo per un Paese che ama vedersi come modello di legalità repubblicana.
Il caso Sarkozy racconta molto più della vicenda personale di un uomo potente: racconta la fragilità del rapporto tra politica e giustizia in Francia, dove ogni processo a un ex capo di Stato diventa un test sulla tenuta istituzionale del sistema. Da una parte, l’immagine di un potere giudiziario indipendente, deciso a dimostrare che nessuno è al di sopra della legge. Dall’altra, il sospetto — alimentato dagli stessi sostenitori di Sarkozy — che la magistratura sia mossa da motivazioni politiche.
Nelle poche parole pronunciate dopo la liberazione, Sarkozy ha detto di voler “provare la propria innocenza”. Ma le sue dichiarazioni hanno un significato più profondo: quello di un uomo che tenta di riprendere il controllo della propria narrazione, trasformando la condanna in un capitolo di resistenza personale.
Resta da vedere se riuscirà nell’impresa. Per ora, Nicolas Sarkozy torna a casa — non da vincitore, ma da combattente che non ha ancora deposto le armi. E con lui torna un interrogativo più grande: fino a che punto la Francia è davvero pronta a giudicare i suoi presidenti come cittadini qualunque?
Foto copertina: IG@nicolassarkozy
