Elena Brovelli tra scienza e spirito: la Milano che cura con l’arte

Ci sono serate in cui la città sembra rallentare il respiro. Momenti sospesi, dove la bellezza smette di essere spettacolo e si fa medicina.


È accaduto il 20 maggio, tra le navate storiche del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, per la prima edizione di Donne in Movimento, il gala promosso dalla Fondazione FIRA a sostegno della ricerca sulle malattie reumatologiche femminili.


In un’atmosfera fatta di sussurri, luce dorata e conversazioni attente, si sono intrecciati cocktail nel chiostro seicentesco, visite private alle Gallerie di Leonardo, e le emozioni donate sul palco da Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, étoile e primo ballerino del Teatro alla Scala. Accanto a loro, la giovane violinista Anita Baldissin ha stregato il pubblico con un’esecuzione intensa, luminosa, quasi fuori dal tempo.

Ma in mezzo a questa raffinata composizione estetica e benefica, c’era una presenza che vibrava a un’altra frequenza: Elena Brovelli, artista che molti ormai definiscono una delle voci spirituali più potenti dell’arte contemporanea italiana.
Parlare del lavoro di Brovelli significa, prima di tutto, ammettere che non si osserva. Si attraversa. Tele tese in tessuti preziosi rigenerati, piegate in onde che non sono mai casuali, ma canalizzazioni di energia. Ogni opera è un rito silenzioso, una porta tra mondi. Un luogo di passaggio interiore.
Il suo ciclo più recente, Touch Her Soul, esplora il potere dei rituali ancestrali: l’abbraccio come linguaggio primordiale, il profumo del palo santo come invito a liberare tensioni, il gesto sacro del “lasciar andare” come possibilità concreta di trasformazione.


Chi osserva le sue opere non cerca spiegazioni. Cerca respiro, quiete, equilibrio.

La sua partecipazione alla serata FIRA non è stata casuale. Il suo percorso artistico – così fortemente connesso all’idea di guarigione non solo fisica, ma emozionale e percettiva – si allinea profondamente con la missione della Fondazione: dare voce e sollievo a milioni di donne il cui dolore è spesso invisibile. L’opera donata all’asta, uno dei suoi portali più simbolici, si è distinta come punto di quiete nella dinamica della serata. Non era solo un pezzo da collezione: era una chiamata alla consapevolezza. Ed è forse per questo che Elena Brovelli è oggi seguita e collezionata a livello internazionale, da Dubai a Milano, da gallerie a spazi di meditazione, in un crescendo che la pone tra le artiste più enigmatiche e riconoscibili del nuovo linguaggio spirituale europeo.

Certo, molte opere sono state vendute. L’asta ha funzionato, i fondi raccolti daranno vita alla prima Borsa di Ricerca “Carla Fracci” per giovani scienziati impegnati nello studio delle patologie reumatologiche. Ma il vero successo della serata è stato un altro: avere riunito scienza, arte e spirito in un unico luogo, e averlo fatto con grazia, profondità e rigore.

Tra le pieghe di un’opera di Brovelli, dove molti si sono fermati a lungo in silenzio, era evidente che questo evento non fosse solo beneficenza. Era una chiamata al risveglio. Un invito a riconnettersi con sé stessi, attraverso l’arte, il gesto e la cura.

Elena Brovelli espone attualmente a Milano e all’estero. La sua prossima serie esplorativa, in uscita in autunno, sarà dedicata al respiro sacro e alle costellazioni familiari.

Per approfondire: http://www.elenabrovelli.com

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Quando l’arte guarisce: Elena Brovelli e la notte in cui Milano ha danzato per le donne

Ci sono notti in cui Milano smette di correre e comincia ad ascoltare. In cui l’arte non è intrattenimento, ma il linguaggio del corpo, del dolore, della cura.

La serata Donne in Movimento, promossa dalla Fondazione FIRA e ospitata il 20 maggio al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, è stata una di quelle notti.


Un cocktail raffinato nel chiostro seicentesco, la danza sublime di Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, la magia del violino della giovanissima Anita Baldissin e, soprattutto, una chiamata collettiva alla responsabilità: sostenere la ricerca reumatologica femminile con gesti concreti e bellezza
condivisa.
Tra gli artisti coinvolti nell’asta benefica, che si è tenuta nella storica Sala delle Colonne dedicata a Leonardo da Vinci, una presenza ha vibrato con un’intensità diversa: Elena Brovelli. Definire il suo lavoro è sfiorare qualcosa di più ampio. Le sue opere, tessute in pieghe rituali, sono portali. Luoghi sospesi tra la materia e il silenzio, pensati per accogliere chi attraversa dolore, transizione, rinascita.


L’abbraccio, l’energia del palo santo, il movimento delle onde, il sacro femminile, il concetto di guarigione fisica ed emotiva: tutto convive, da sempre, nel suo registro artistico. Non sono elementi tematici, ma architetture interiori. Ogni opera nasce come uno spazio da abitare, e ogni sguardo che vi si posa ne attiva il potenziale.

La sua ultima mostra immersiva, Touch Her Soul, ha segnato un punto di svolta: un’esperienza sensoriale e spirituale, in cui il pubblico era chiamato non solo a osservare, ma a entrare, respirare, sentire. Da quel progetto nasce Ligea, opera donata per l’occasione all’asta, che ha attirato l’attenzione di collezionisti, curatori e appassionati. Non solo per la sua forza visiva, ma per il suo messaggio profondo: non si guarisce soltanto con la medicina.

Si guarisce anche con la bellezza, il gesto e la presenza.


Ed è forse per questo che Elena Brovelli sta conoscendo una crescita internazionale che ha del fenomeno, pur restando misteriosa, silenziosa, inaccessibile. La sua ascesa non è urlata: è scelta, intuita, seguita da chi riconosce il valore del sacro nel contemporaneo.

Il successo della serata non si misura solo nei fondi raccolti per la Borsa di Ricerca “Carla Fracci”, ma nell’atmosfera generata: un campo di energia, arte e presenza che ha permesso a ognuno dei presenti di portare a casa qualcosa di più di un ricordo.

Tra le pieghe dell’opera di Brovelli, molti si sono fermati in silenzio. E lì, nel cuore di una serata benefica, si è compreso che non si trattava solo di donare, ma di sentire.

Elena Brovelli espone attualmente a Milano e all’estero. Le sue opere fanno parte di collezioni private internazionali e progetti multidisciplinari dedicati alla rigenerazione spirituale e ambientale.

Per approfondimenti: http://www.elenabrovelli.com

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