La galleria SpazioCima e un nuovo capitolo nell’arte contemporanea: MovArt

Filly di Somma

Questo è sicuramente un format innovativo che ridefinisce il concetto di esperienza artistica. È questo il lancio promosso dalla galleria d’arte SpazioCima, perché l’arte non è solo da ammirare, ma è anche un qualcosa che si trasforma in un’ esperienza dinamica in cui il pubblico e gli artisti si collocano in spazi inusuali e temporanei.

“Connessioni”, è il titolo della prima mostra che inaugura questo nuovo capitolo nell’arte contemporanea. Si tratta di un evento fortemente voluto da SpazioCima, lo spazio d’arte che, proprio grazie a MovArt, continuerà a offrire quelle esperienze artistiche uniche che lo hanno contraddistinto in questi anni, ma adesso lo farà in altri ambienti e contesti. In questo modo il pubblico si immergerà completamente nell’arte e lo farà in un modo davvero innovativo e coinvolgente. Da qui il concetto di arte in movimento, itinerante, proprio come suggerisce il termine MovArt

“Connessioni” è una mostra esclusiva che esplora l’arte in tutte le sue forme. Sarà fruibile solo per un giorno e si potranno scoprire le opere di due artisti – Yuriko Damiani e Antonio Montariello – i quali dialogano attraverso i loro linguaggi. Lei lo fa con la porcellana e lui con la pittura, intrecciando temi di identità e materia, il tutto in una location romana molto particolare, nel cuore della capitale: l’hotel SENTHO.

Yuriko Damiani e Antonio Montariello: due artisti e due linguaggi

Il lavoro su porcellana di Yuriko Damiani unisce la raffinatezza delle tecniche orientali con il concetto di espressione occidentale, creando una connessione tra due culture e due tradizioni artistiche.

La porcellana, simbolo di fragilità ed eleganza, può essere vista come una metafora delle relazioni umane, dato che pur nella sua delicatezza e vulnerabilità, è un materiale che sopporta trasformazioni e rivelazioni. Le opere dell’artista possono essere considerate come una simbolica rappresentazione delle relazioni.

Ogni scelta stilistica, gesto pittorico e forma sulla superficie della porcellana potrebbe rappresentare connessioni intime o distacchi tra le figure o gli oggetti, rimandando alle dinamiche complesse e a volte ambigue delle relazioni interpersonali.

Le opere figurative di Antonio Montariello dal titolo “Relazioni” esplorano il legame tra l’individuo e gli altri, o tra l’individuo e se stesso, attraverso il linguaggio visivo.

Le stesse rappresentano dinamiche di interazione, connessioni o conflitti tra essere umani, e tra l’essere umano e il mondo esterno. La relazione può essere interpretata in senso interiore, o esterno, come il confronto con altre identità.

In questo contesto, le relazioni non sono solo sociali, ma anche esistenziali, mostrando come le persone si influenzino reciprocamente o come interagiscano con gli spazi e gli oggetti che li circondano.

La “connessione” tra le due forme d’arte

Le opere dei due artisti possono essere collegate nel loro tentativo di “materializzare” l’intangibile, ed ecco che le relazioni umane, che sono per loro natura evanescenti e complesse, vengono sublimate e fissate attraverso l’arte, sia nella pittura che nella porcellana.

Il legame tra le opere figurative dal titolo “Relazioni” di Antonio Montariello e le opere su porcellana di Yuriko Damiani si trova nel modo in cui entrambi i linguaggi artistici esplorano e rappresentano la complessità delle interazioni umane. La fragilità della porcellana può essere vista come un’analogia delle relazioni umane, che sono sottili, fragili, ma anche resistenti e capaci di trasformarsi. Entrambe le forme artistiche sembrano ricercare il punto in cui l’identità e la connessione con gli altri si intrecciano e si svelano, attraverso un gioco di presenza e assenza, scomposizione e ricomposizione.

La porcellana, con la sua trasparenza e fragilità, potrebbe essere un mezzo ideale per esprimere relazioni che vanno oltre la superficie, richiamando l’idea di connessioni sottili e talvolta difficili da afferrare, simili a quelle che vediamo nelle opere figurative, che non mostrano solo una figura ma l’intricato gioco di emozioni e connessioni che essa porta con sé.

Inoltre, come nelle opere figurative che parlano di relazioni, anche nella porcellana il processo stesso di modellazione e cottura può essere visto come una metafora della creazione e distruzione delle connessioni umane. Nel caso della porcellana, la trasformazione da materiale crudo a oggetto finito, pur nelle sue imperfezioni, riflette il percorso di connessione, crescita e scomposizione che avviene nelle relazioni.

Se nelle opere figurative il tema della solitudine e dell’identità emerge come un aspetto centrale, nelle opere su porcellana l’artista potrebbe usare il materiale fragile per esplorare la solitudine dell’individuo e la ricerca di un’armonia interiore, in un contesto che rimanda a un incontro tra l’individualità e l’altro. La porcellana, sebbene si presenti come un oggetto unico e quasi isolato, potrebbe rivelare attraverso le sue forme e decorazioni un’intima connessione tra l’artista e il soggetto, proprio come nelle relazioni umane.

CONNESSIONI– MOVART

10 aprile | Orario: 17:30 – 21:30
Location: SENTHO, Via Urbana 158, Roma

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